Una settimana da Dio… o da Nietzsche?
La Lectio Divina del buon umore
È uno di quei film dove non si smette un attimo di ridere ed è più profondo di quanto sembri.
Il regista, Tom Shadyac rilegge in chiave moderna ed ironica il testo di Giobbe. Una teologia dal basso, allegorica, aderente al reale e piena di riferimenti alle Sacre Scritture
Dio: “Vuoi vedere un miracolo, figliolo? Sii il tuo miracolo.”
È una visione profondamente cristiana. Siamo chiamati a co-forgiare la Bellezza che è in noi, evitando di prenderci troppo sul serio! Una Lectio Divina del buon umore, ma pur sempre Divina.
Molti teologi rivelano come la Bibbia sia ricca di immagini umoristiche e testi che glorificano questo aspetto della divinità e che, pur non mortificando il concetto stesso di Dio, lo arricchiscono di un altro attributo del quale l’uomo è stato ed è onorato. La risata! Come afferma San Paolo nella Lettera ai Filippesi:
San Paolo di tarso: “[…] godete sempre dell’allegria”, la cui radice è nella stessa natura del cristianesimo.”
La vita è un biscotto, ma se piove si scioglie…
La vita è meravigliosa, come il film di Frank Capra del 1948, ma non se vi chiamate Bruce Nolan: un reporter di una piccola emittente di Buffalo a cui hanno appena soffiato l’ambito posto da anchorman. Un buon lavoro, un tetto sopra la testa e l’amore dell’ex di biondina di “Friends” non sembrano bastare al nostro acchiappanimali preferito.
Bruce è un autentico sostenitore del “mai ‘na gioia”, vittima preferita di un Dio sadico che gioca a dadi con l’Universo. Non è semplicemente ambizioso è un arrivista, capace di tutto pur di giungere al suo scopo.
Ma là dov’è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore (Mt 6, 21).
Bruce Nolan: “Non sto facendo il martire sono una vittima, Dio è un bambino dispettoso seduto su un formicaio con una lente e io sono la formica. Potrebbe risolvermi la vita in cinque minuti se volesse, ma preferisce bruciarmi le antenne e vedermi contorcere.”
E, dopo l’ennesima sfortuna, arrivato all’esasperazione, Bruce sbotta e dice a Dio tutto quello che pensa:
Bruce Nolan: “Va bene! A mani nude, vecchio mio! Fatti sotto, fammi vedere la tua ira! Puniscimi, o potente punitore! Sei tu che dovresti essere licenziato! L’unico da queste parti che non fa il suo dovere sei tu! Rispondimi!”
Da Dio all’Io
Dopo una giornataccia davvero nera, Bruce esce fuori di senno e comincia a inveire contro il cielo, apostrofando Dio “Potente Punitore”. L’Onnipotente gli appare nelle sembianze di Morgan Freeman (artisticamente parlando, è Dio da molti anni)
e gli propone di prendere il suo posto per sette giorni. A chi non piacerebbe essere Dio per una settimana?
Questo è l’episodio centrale: Bruce preso atto del suo potere si erge a Dio di se stesso, si innalza sul tetto di un grattacielo, neanche fosse Saruman, gridando:
Bruce Nolan: “Io sono Bruce l’onnipotente. Sia fatta la mia volontà!”
Tutti gli uomini vogliono farsi Dio, solo Dio si è voluto far uomo…
Diciamoci la verità, c’è un Bruce Nolan in ognuno di noi. Tutti dobbiamo resistere a una tentazione di individualismo, di autoaffermazione. Il contrario di questo egocentrismo è altruismo, ovvero il bene per l’altro.
Bruce Nolan: “Ma come si fa ad aiutare la gente senza interferire col libero arbitrio?”
Bruce scoprirà presto che dovrà arrendersi all’amore, essere amato…. per amare.
Dio: “Dividere la minestra non è un miracolo, Bruce, è un trucchetto. Una madre sola che deve fare due lavori e che trova ancora il tempo di accompagnare il figlio a scuola di calcio, quello sì che è un vero miracolo. Un adolescente che dice di no alla droga e dice sì all’istruzione, questo è un miracolo. Le persone vogliono che faccia tutto io e non si rendono conto che sono loro ad avere il potere. Vuoi vedere un miracolo, figliolo? Sii il tuo miracolo.”
Conclusione
Il tema del film, in fondo, è questo: non ricercate i doni, ma il Donatore.
Bruce ben presto si accorge di essere un pessimo dio e che tutti i poteri del mondo non possono comprare l’amore, quello di cui ha realmente bisogno. La seconda parte del film rappresenta la conversione; un episodio diametralmente opposto a quello del grattacielo. Il cammino di trasformazione giunge all’apice. Bruce si mette in ginocchio, in mezzo alla strada e prega Dio piangendo:
Bruce Nolan: “Sia fatta la tua volontà.”
L’uomo che si è voluto sostituire al Creatore, non è mai stato così creatura. Dio riprende in mano la vita di Bruce, anche se in verità non l’ha mai abbandonato. Il piano divino che il Signore ha in serbo per il suo sfortunato figlio si manifesta in un camion che lo investe mentre sta pregando. Del resto, le sue vie non sono le nostre vie… (Is 55, 8 ) In tutto ciò, nella sua vita c’è quella presenza bella e discreta di una ragazza, che guarda caso si chiama: “Grace” = Grazia. È, infatti, la grazia di Dio che accompagna Bruce per tutto il film. L’amore gratuito, sincero, capace di dono e di perdono. Dopo l’incidente è Grace che gli ridona il sangue, gli ridona la vita.
Salvato per Grazia!
Il regista, Tom Shadyac rilegge in chiave moderna ed ironica il testo di Giobbe. Una teologia dal basso, allegorica, aderente al reale e piena di riferimenti alle Sacre Scritture
Dio: “Vuoi vedere un miracolo, figliolo? Sii il tuo miracolo.”
È una visione profondamente cristiana. Siamo chiamati a co-forgiare la Bellezza che è in noi, evitando di prenderci troppo sul serio! Una Lectio Divina del buon umore, ma pur sempre Divina.
Molti teologi rivelano come la Bibbia sia ricca di immagini umoristiche e testi che glorificano questo aspetto della divinità e che, pur non mortificando il concetto stesso di Dio, lo arricchiscono di un altro attributo del quale l’uomo è stato ed è onorato. La risata! Come afferma San Paolo nella Lettera ai Filippesi:
San Paolo di tarso: “[…] godete sempre dell’allegria”, la cui radice è nella stessa natura del cristianesimo.”
La vita è un biscotto, ma se piove si scioglie…
La vita è meravigliosa, come il film di Frank Capra del 1948, ma non se vi chiamate Bruce Nolan: un reporter di una piccola emittente di Buffalo a cui hanno appena soffiato l’ambito posto da anchorman. Un buon lavoro, un tetto sopra la testa e l’amore dell’ex di biondina di “Friends” non sembrano bastare al nostro acchiappanimali preferito.
Bruce è un autentico sostenitore del “mai ‘na gioia”, vittima preferita di un Dio sadico che gioca a dadi con l’Universo. Non è semplicemente ambizioso è un arrivista, capace di tutto pur di giungere al suo scopo.
Ma là dov’è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore (Mt 6, 21).
Bruce Nolan: “Non sto facendo il martire sono una vittima, Dio è un bambino dispettoso seduto su un formicaio con una lente e io sono la formica. Potrebbe risolvermi la vita in cinque minuti se volesse, ma preferisce bruciarmi le antenne e vedermi contorcere.”
E, dopo l’ennesima sfortuna, arrivato all’esasperazione, Bruce sbotta e dice a Dio tutto quello che pensa:
Bruce Nolan: “Va bene! A mani nude, vecchio mio! Fatti sotto, fammi vedere la tua ira! Puniscimi, o potente punitore! Sei tu che dovresti essere licenziato! L’unico da queste parti che non fa il suo dovere sei tu! Rispondimi!”
Da Dio all’Io
Dopo una giornataccia davvero nera, Bruce esce fuori di senno e comincia a inveire contro il cielo, apostrofando Dio “Potente Punitore”. L’Onnipotente gli appare nelle sembianze di Morgan Freeman (artisticamente parlando, è Dio da molti anni)
e gli propone di prendere il suo posto per sette giorni. A chi non piacerebbe essere Dio per una settimana?
Questo è l’episodio centrale: Bruce preso atto del suo potere si erge a Dio di se stesso, si innalza sul tetto di un grattacielo, neanche fosse Saruman, gridando:
Bruce Nolan: “Io sono Bruce l’onnipotente. Sia fatta la mia volontà!”
Tutti gli uomini vogliono farsi Dio, solo Dio si è voluto far uomo…
Diciamoci la verità, c’è un Bruce Nolan in ognuno di noi. Tutti dobbiamo resistere a una tentazione di individualismo, di autoaffermazione. Il contrario di questo egocentrismo è altruismo, ovvero il bene per l’altro.
Bruce Nolan: “Ma come si fa ad aiutare la gente senza interferire col libero arbitrio?”
Bruce scoprirà presto che dovrà arrendersi all’amore, essere amato…. per amare.
Dio: “Dividere la minestra non è un miracolo, Bruce, è un trucchetto. Una madre sola che deve fare due lavori e che trova ancora il tempo di accompagnare il figlio a scuola di calcio, quello sì che è un vero miracolo. Un adolescente che dice di no alla droga e dice sì all’istruzione, questo è un miracolo. Le persone vogliono che faccia tutto io e non si rendono conto che sono loro ad avere il potere. Vuoi vedere un miracolo, figliolo? Sii il tuo miracolo.”
Conclusione
Il tema del film, in fondo, è questo: non ricercate i doni, ma il Donatore.
Bruce ben presto si accorge di essere un pessimo dio e che tutti i poteri del mondo non possono comprare l’amore, quello di cui ha realmente bisogno. La seconda parte del film rappresenta la conversione; un episodio diametralmente opposto a quello del grattacielo. Il cammino di trasformazione giunge all’apice. Bruce si mette in ginocchio, in mezzo alla strada e prega Dio piangendo:
Bruce Nolan: “Sia fatta la tua volontà.”
L’uomo che si è voluto sostituire al Creatore, non è mai stato così creatura. Dio riprende in mano la vita di Bruce, anche se in verità non l’ha mai abbandonato. Il piano divino che il Signore ha in serbo per il suo sfortunato figlio si manifesta in un camion che lo investe mentre sta pregando. Del resto, le sue vie non sono le nostre vie… (Is 55, 8 ) In tutto ciò, nella sua vita c’è quella presenza bella e discreta di una ragazza, che guarda caso si chiama: “Grace” = Grazia. È, infatti, la grazia di Dio che accompagna Bruce per tutto il film. L’amore gratuito, sincero, capace di dono e di perdono. Dopo l’incidente è Grace che gli ridona il sangue, gli ridona la vita.
Salvato per Grazia!